È MMMMIO: lo stadio sensomotorio e quello preoperatorio (piagetianamente parlando) del popolo cinese


Ora ho deciso, lo farò anche io. Voglio dire la mia sul popolo cinese. Voglio, stasera, odiosamente generalizzare. Affibbiare qualche caratteristica, uniformare, conformare, appiattire le differenze, concentrarmi sulle uguaglianze o presunte tali. Vendicarmi di quel pizza/calcio/mafia che segue noi italiani ovunque ce ne andiamo per il mondo. Per non parlare dei "Pe Lu Ko Ni hen xi huan nuren" (a capite voi chi piacciono le donne) che mi sono sentita dire due volte da due diversi tassisti di Shanghai...
I cinesi dunque. 
La mia opinione la trovate nel titolo del post.

 Per me i cinesi sono come i bambini.  Davvero.  Seguirà qualche esempio spicciolo supportato da un classico guru della psicologia infantile.



Primo stadio: l'esercizio dei riflessi. I riflessi sono azioni innate nel cinese ed egli li esercita e li applica a numerose situazioni. Un fastidioso corpo estraneo ingombra l'apparato respiratorio esterno? Se si tratta del naso si farà aiutare dall'unghietta che si rifiuta di tagliare e darà luogo a perlustrazioni in luogo pubblico noncurante del circondario. 

Trattasi di bocca subentrerà l'aiuto del famoso "scracchio" con preparazione sonora dai 10 secondi al minuto prima dell'espulsione.
Il cinese affamato poi accetta di succhiare qualsiasi parte del pollo o qualsiasi semenza, sputando felice gli scarti con sonorità.
Secondo stadio: reazioni circolari primarie e primi adattamenti acquisiti.
Quando il cinese trova per caso un risultato nuovo ed interessante, si impegna al fine di conservarlo attraverso la ripetizione. Le azioni sono centrate sul corpo.  Se per la strada un cinese trova che sia salutare e divertente avanzare trotterellando e sbattendo le mani prima davanti al ventre e poi dietro la schiena, lo ripeterà ogni volta che uscirà per strada.
Se avrà piacere nel perlustrarsi le orecchie, nulla vieterà di ripetere l'azione durante ogni qualsiasi tempo morto in qualsiasi circostanza.
Terzo stadio: reazioni circolari secondarie.
In questo stadio il cinese manifesta interesse per la realtà esterna e cerca di conservare un'azione che ha portato ad un risultato interessante nell'ambiente.
Una volta scoperto il meccanismo della miccia che innesca il fuoco d'artificio, il cinese, ad esempio, non potrà più fare a meno di accendere mortaretti ad ogni occasione e ad ogni ora del giorno e della notte.
Quarto stadio: applicazione degli schemi acquisiti a situazioni nuove.
Il cinese ha imparato che parlando quotidianamente ad un volume da stadio ha qualche possibilità di ottenere attenzione; adotterà dunque questa sua abilità in ogni ambito.   Ha appreso poi che non assumendosi responsabilità di alcun tipo evita di essere indicato come colpevole; sfrutterà ció al meglio fuggendo da ogni decisione e sentendosi sempre nella ragione più assoluta.
Quinto stadio: scoperta di mezzi nuovi mediante sperimentazione attiva.
Il cinese scopre che il denaro è ció che più conta nella societa' in cui vive e cercherà di raggiungere la ricchezza inventando sempre nuovi stratagemmi.
Sesto stadio.
Il cinese inizia a percepire il proprio corpo come un oggetto tra gli altri. Non mancherà perciò di mostrare le proprie nudità platealmente in luoghi adibiti, come gli spogliatoi, ma anche di mostrarsi senza pudori in atti come la defecazione ("la porta del bagno pubblico perché ha la possibilità di chiudersi con il lucchetto? Che spreco indecoroso di metallo").
Il cinese è in grado di usare sia simboli ("bere senza fare pipì=grande figo",  "fumare=siamo amici",  "bere e fumare=possiamo fare affari insieme") sia parole. Quando adopera il linguaggio per riferirsi a oggetti o persone assenti, il cinese mostra di saper utilizzare schemi verbali per designare una realtà che si rappresenta mentalmente. Dopo mezz'ora di dialogo due cinesi riescono addirittura a chiarire il fatto che per raggiungere il posto X occorre andare dritti e poi girare a destra.
Il limite maggiore di questi schemi mentali è di essere pensati uno alla volta: il cinese pensa in modo egocentrico perché non capisce che la realtà possa presentarsi ad altri in modo differente. Da qui l'abitudine del non ammettere mai le proprie colpe, di litigare e  non chiedere mai scusa tanto che bisognerebbe indire a livello nazionale la soluzione "pace, carote e patate".
Un pò arruffato, senza pudore, con le dita al naso, il cinese si veste anche come si vestirebbe un bambino: a caso. O come una bambina: da principessa (assai originale con tacchi alti sbarluccianti, gonnellino minimalista e qualcosa di leopardato e di rosa addosso allo stesso tempo).
Il cinese è anche curioso e gentile, specialmente se si è sinceramente gentili con lui. E come tutti i bambini non puoi assolutamente volergli male. Certo, spesso fa arrabbiare, fa pensare, sa sorprendere, ma fa anche sorridere e soprattutto fa venire la voglia di alzarsi l'indomani per scoprire cos'altro combinerà.

Commenti

  1. Accipicchia... a leggere i vostri post sui cinesi comincio un poco a spaventarmi... ma che mi aspetta??? argh...

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  2. Ma no che vogliamo loro bene! Quel che si vede per le strade pero', e' inutile negarlo, e' un po' cosi'...wild diciamo.

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  3. Uh...quante ancora te ne combineranno, siamo solo agli inizi di questa meravigliosa storia...tutta da scrivere!

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  4. Eeh un po' hai ragione specie sulla prima parte. Però c'é una cosa positiva che mi piace molto nei cinesi ed è la cortesia. E anche la curiosità (come quella dei bambini) verso lo straniero.
    Ma se devo pensare a due difetti cinesi, ai peggiori poter quel che mi riguarda sono:
    1 non sanno dire NO. E io l'ho provato sulla mia pelle.
    2 quando sono imbarazzati e in difficoltà ridono. facendoti incazzare.

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  5. vedo che non hai accennato alle flatulenze rumorose...

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  6. Cecilia ed Enrico avete ragione. Non volevo svelare tutti i segreti in una botta sola. Mi brucio tutti i post poi! Hihihi. Comunque sia ci si prova a capire e a vedere in una chiave positiva tutto cio' che e' diverso, (ma ogni tanto sfogarsi un po' penso sia salutare per la salute mentale e per dovere di cronaca. In effetti ho scritto il post dopo che l'Ayi me ne aveva combinata una grossa!

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